Milano Ritratti di Fabbriche 35 anni dopo
Milano Ritratti di Fabbriche 35 anni dopo è un progetto storico e fotografico nato nel 2010, che mette a confronto l’indagine condotta da Gabriele Basilico sugli edifici ex-industriali delle periferie milanesi con altrettante immagini realizzate oggi, negli stessi luoghi.
Ritratti di Fabbriche di Gabriele Basilico
Gabriele Basilico realizzò negli anni 1978-80 Milano ritratti di fabbriche, un progetto fotografico che comprende oltre 200 siti industriali milanesi. L’opera ha acquistato una valenza documentale unica legata al periodo storico in cui è stata eseguita, in quanto essa fu «[…] l’ultimo ritratto possibile di quella città anche e ancora operaia la cui identità sarebbe per sempre mutata»1.
Gli scali ferroviari
Gli edifici fotografati erano situati nella cintura periferica, sviluppatasi urbanisticamente dalla fine del XIX secolo a ridosso degli scali a Porta Genova, Porta Romana e più tardi, a seguito della ristrutturazione dell’impianto ferroviario della città, accanto agli scali Farini, Certosa, Lambrate e Rogoredo. La vicinanza con la ferrovia favorì lo sviluppo delle industrie e il successivo inurbamento residenziale, che colmò gli spazi verdi che collegavano i borghi e gli insediamenti rurali preesistenti.
La collaborazione con lo studio Gabriele Basilico
Le fotografie in rigoroso bianco e nero presentano lo stato attuale di ogni struttura accanto alla scansione, gentilmente fornita dallo Studio Gabriele Basilico, dei negativi impressionati negli anni ’70. Tra le quasi 50 scansioni delle fotografie originali proposte, due (via Nervesa e via Filippo Brunelleschi) sono di particolare interesse in quanto furono presentate solo sull’edizione SugarCo di Milano ritratti di fabbriche6 (edizione ormai introvabile) e non più nella successiva edizione (2009) per Federico Motta Editore.
Il metodo di lavoro
Si tratta di un lavoro lento e complesso, caratterizzato dalla ricostruzione delle condizioni di illuminazione e del punto di presa dell’immagine storica, che potrà essere completato per il 2021. Il gruppo ha iniziato la rivisitazione dei luoghi fotografati da Gabriele Basilico partendo (come lui stesso fece) dal Vigentino, estendendo poi l’esplorazione alla parte nord di Milano.
Tutte le aziende che occupavano gli edifici fotografati alla fine degli anni ’70 sono state identificate. Le fotografie realizzate documentano la ristrutturazione, a volte il degrado, spesso la demolizione e la costruzione di nuovi edifici nell’arco di 35-40 anni, e pertanto la storia dello sviluppo post-industriale di Milano, raccontando per immagini le trasformazioni subite dalla città, aggiungendo una valenza temporale alla ricerca iniziata dal grande fotografo milanese.
Il rilievo fotografico, partito dalla zona sud di Milano, è stato eseguito cercando di replicare l’esatto punto di ripresa, usando lo stesso obiettivo, per ottenere la stessa inquadratura. Come per un ritratto, è stato necessario studiare le luci, le ombre e la posizione del sole, determinata dall’ora del giorno e dal mese dell’anno, e dalle condizioni metereologiche.
In molti casi la fabbrica ha lasciato il posto a terreni abbandonati, oppure a nuove porzioni di tessuto urbano, come strade, servizi o edifici completamente nuovi. Per identificare l’esatta posizione di ogni edificio e scegliere il punto di ripresa più significativo per documentare la trasformazione del territorio, sono state consultate le diverse edizioni della Carta Tecnica Comunale di Milano a partire dal 1910.
Nel 2016 è stato completato il rilievo fotografico della zona sud di Milano, a seguire la zona Nord-Ovest, attualmente è in corso il rilievo della Nord-Est, e si prevede che l’indagine sul campo possa essere completata nel 2021.
L’obiettivo del progetto
Obiettivo del progetto è quello di estendere temporalmente la “rassegna sistematica, il più possibile completa di tutte le zone industriali della città”(1), iniziata da Gabriele Basilico nella Milano “anche e ancora operaia”(2) nel momento storico “del passaggio della sua economia alla fase post-industriale”(3).
Roberta Valtorta, nell’introduzione al libro Gabriele Basilico, riconosce nel fotografo scomparso “il desiderio […] di comprendere la complessità, la totalità, di immergersi nelle stratificazioni del paesaggio, di convogliare lo sguardo fotografico verso una possibilità di controllo e di conoscenza”(4). Ed è la stessa esperienza che i componenti del gruppo Forme Urbane provano nel ripercorrere le strade di Milano.
Il trovarsi di fronte agli ex-edifici industriali ha fatto nascere la necessità di colmare un vuoto di conoscenza, con la raccolta delle informazioni disponibili sulle società che li occupavano, sulla loro storia, sul destino degli edifici dopo la dismissione, evidenziando le trasformazioni avvenute, le opportunità colte e le occasioni mancate nella ridefinizione del profilo urbanistico della città.
Un’analisi importante che permette di descrivere “le forme dei territori abitati e plasmati dall’economia industriale prima, dagli sviluppi post-industriali poi”(5) e tanto più necessaria in un momento in cui Milano si trova nella necessità di valorizzare le periferie urbane per la sopravvivenza stessa della città.
DOCUMENTARIO